mercoledì 21 maggio 2008

Sussidi per le piccole e medie aziende agricole

21/05/2008
Sono un ascoltatore di Radio Radicale da decenni e vorrei contribuire allo sviluppo sia della Radio che del Partito Radicale, del quale condivido le iniziative, quasi tutte ad eccezione della liberalizzazione delle importazioni dei prodotti strategici agricoli dagli Stati in via di sviluppo che porterebbero al fallimento delle piccole e medie aziende agricole europee e di conseguenza alla desertificazione di molte aree marginali, alla riduzione della produzione e vendita di alimenti freschi come latte, verdura e frutta con danni gravissimi socioeconomici per gli attuali operatori e per i consumatori che si dovranno alimentare solo di surgelati o cibi conservati sottovuoto; le conseguenze peggiori sarebbero quelle di provocare l'esodo dai piccoli Comuni agricoli collinari e montani, dalle campagne lontane da centri abitati in particolare da quelle collinari e montane più svantaggiate e si verificherebbe l'ingigantimento delle grandi città. La politica dei contributi all'agricoltura, la PAC, che va modificata con il raddoppio dei contributi per le piccole e medie aziende e dimezzati per le grandi, ha evitato l’esodo massiccio dalle campagne europee alle periferie urbane, diversamente da quello che è avvenuto negli altri continenti dell’America, dell’Africa e di parte dell’Asia; la liberalizzazione senza regole porterebbe sicuramente vantaggi alle multinazionali che hanno investito sulle monocolture estese in grandi latifondi, che a volte non lasciano neppure piccoli appezzamenti da far coltivare ai senza terra; La liberalizzazione accompagnata dalla Riforma Agraria con la possibilità di portare i prodotti agricoli direttamente ai mercati urbani ha giovato ai piccoli agricoltori del Vietnam, del Laos, della Cambogia dove i rispettivi governi stanno attuando delle Riforme Agrarie che dovrebbero essere imitate dagli Stati dell'Africa e dell'America Centro Meridionale; il criterio di impedire le importazioni di generi alimentari strategici fino al limite dell'autosufficienza alimentare regionale e nazionale dovrebbe regolamentare gli scambi agricoli internazionali. Ai contadini somali non si dovrebbero vendere nè regalare sementi ingerminabili come purtroppo accade, forse per favorire l'invio dei surplus alimentari e ciò è realmente orribile; nel settore agricolo ed alimentare la libera concorrenza internazionale favorisce, salvo eccezioni, le grandi società d'importazione e d'esportazione e di trasformazione industriale che operano in regime di monopolio ed a queste società dovrà essere applicata una specie di Tobin Tax sulle compravendite a forbice in maniera che non facciano ricadere il pagamento dell'imposta indiretta sul successivo anello della catena commerciale.

Lucio Feliciani- Roma

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